Leonardo Accattoli

"Iniziate il più tardi possibile e quando avete detto quello che dovevate, uscite."

Appunti di resistenza, 21.02.2016

Crash, 2015

 

Certi risvegli li percepisco subito.

Ci ho fatto l’abitudine.

C’è un persistente disinteresse.

Verso tutto in generale e nulla in particolare.

Mi ci sveglio, forse ci ho anche dormito. Non posso far altro che assecondarlo.

Mi concentro su quel disinteresse, fino alla sera.

La sera nasconde un segreto.

La sera posso andarmene di nascosto.

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Renata

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Il 31 Gennaio al Teatro Don Bosco di Tolentino è andata in scena l’ultima replica di Renata – una breve opera teatrale (una ragazza, una gravidanza indesiderata, una camera da letto e i suoi pensieri a voce alta condivisi con la platea) da me scritta e diretta, che ha visto la luce lo scorso 8 Maggio al Teatro Lauro Rossi di Macerata.

Forse quella di domenica scorsa è stata la replica che più mi è piaciuta. Abbiamo trovato la quadratura giusta, cambiando ancora qualche piccola cosa durante la generale. D’altra parte, Renata è cambiata ogni volta, e ogni volta l’ha fatto perché un’ora prima di andare in scena decidevo che qualcosa doveva cambiare.

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Appunti di resistenza, 14.01.2016

Risvegli2

Certe sere mi manco.

Credo che a mancarmi sia qualcos’altro, qualcun altro.

Invece mi manca quello che sono. Si è perso tra quello che sono stato e quello che sarò; si è perso tra tutto quello che vorrei essere. Allora lo sento, che non sento più niente, che mi sono perso nel susseguirsi pretenzioso delle ambizioni, delle aspettative, e spengo la luce per guardarmi meglio. Li senti gli oggetti della tua stanza. Quelle cosucce rubate al tempo per intrappolarlo e depositate sui vari scaffali, le sento. So che sul muro c’è quella foto di quel momento felice di quel tempo che sembra di un altro e so che da qualche parte in fondo all’armadio c’è quell’animaletto gonfiabile che conserva ancora il fiato di lei. So che dovrei accendere la luce per salvarmi. Ma è così bello, a volte, essere sconfitti.

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Tira via le mie paure

(Gli Elpris insieme ad Andrea Mei)

 

Qualche tempo fa mi è capitato di intervistare gli Elpris per Bemolle, un nuovo Format ideato e curato da me che spero vedrà la luce quanto prima. Gli Elpris, per chi non li conoscesse, hanno una formazione particolare, composta da Sebastiano Pagliuca (autore e chitarrista, jeans e maglione di lana, un po’ Seattle anni ’80), Francesco Franck Coacci (bassista e icona emo del gruppo – una sorta di Demoralizzatore post-moderno), Luca Chiurchiù (batterista che sbatte col sorriso di un bambino), Matias Iobbi (voce e capelli), con l’aggiunta di Federico Cippitelli (organetto e folkabbestia!) e Giandomenico Cicchetti (violinista sul palco e uomo di poche parole nella stanza).

 

Così in un pomeriggio che si faceva sera ho chiuso in una stanza dello studio di registrazione Potemkin di Andrea Mei – caro amico, persona piacevolissima, nonché produttore dell’omonimo album degli Elpris – sei musicisti, un musicistacheèancheautoreeproduttore e una troupe televisiva, che si è dimostrato l’unico salvagente attraverso cui i discorsi nati e morti sul nulla si sono aggrappati per sopravvivere. Mentre questi sei ragazzi che sembravano essere usciti da un fumetto di Jamie Hewlett suonavano e inventavano melodie temporanee destinate a morire e resuscitare, forse, più in là, in qualche pomeriggio stanco di prove, e parlavano degli esami mancanti alla laurea, delle ragazze e delle birre che rimanevano per l’intervista, io me ne stavo seduto in un angolo e pensavo che avrei tanto dovuto continuare a suonare la chitarra e sprecare i miei sedici anni in maniera diversa invece di fermarmi al Barrè, allora, e al bar, più avanti. Forse ho iniziato a scrivere perché non ho mai iniziato a suonare. Un po’ come scegliere la morte di cui morire per vivere.

 

Comunque. Le solite frasi, poi, nette, biascicate, a rompere il tempo improvvisato: Pronti, camere pronte, le luci che si accendono, ci mettiamo in posizione?, spegni la sigaretta, nascondi le birre che è meglio non farle vedere, motore partito, bla bla bla prima…Azione, CIAK. Continua a leggere

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